sabato 26 aprile 2014

L'INSOSTENIBILE MEDIOCRITÀ DELL'ESSERE


"Ma cosa ti succede Madame ?"
"Ho iniziato ad andare da uno psicoterapeuta"
"Beh, fa parte del tuo personaggio"
Questo è quanto mi diceva Lodovico, dall'alto dei suoi mustacchi all'insù e dei suoi vestiti di un'epoca sbagliata, quando con suo e mio grande stupore accossentivo ad effusioni tanto rituali quanto superflue : i bacini sulla guancia. Effusioni alle quali fino a quel momento mi ero opposta con fermo ed orgoglioso disagio.
Il fatto che Lodovico, che vive con ostentazione come un dandy del XX secolo, mi accusasse di poseraggio, non solo mi offendeva ma mi lanciava degli inequivocabili segnali d'allarme. Per la prima volta in tanti anni di mosse scelte con cura affiorava alla mente il pensiero che forse, tutto sommato, sono tutte stronzate.

"Sei uno stereotipo vivente, Francy, non puoi leggere Céline."
"E perché no ?"
"Perché è il solito francese che non si incula nessuno, partigiano, e col nome di sua nonna."
"Era antisemita."
"È lo stesso."
Perché vedi Francy, il fatto che Céline fosse antisemita o partigiano non cambia niente, come non cambia niente che tu indossi quelle ironiche camicie a fiori, che porti sotto il braccio libri ingialliti o che tu riempia le moleskine di frasi scritte da altri ; perché si vede benissimo che sei cresciuto a seghe, sensi di colpa e romanzi di Baricco.
E un giorno capirai che nonostante tu creda che essere famosi su Facebook ti renda una persona migliore di me e nonostante tutte quelle notti passate a leggere le biografie su wikipedia di scrittori esistenzialisti, le cose in cui credi, i vestiti che indossi, le tue ambizioni sono tutte stronzate.

Vedete, forse finalmente ho capito che la mia grande tragedia, quella che non mi fa alzare dal letto o avere voglia di parlare, è che non sono abbastanza ricca né abbastanza povera per vivere una vera tragedia. E per quanto io mi sforzi di credere che il mio problema sia che non trovo le scarpe giuste e che non diventerò mai famosa, forse anche io, a poco a poco, mi sto rendendo conto che sono tutte stronzate.
E la vera ingiustizia è che è inutile che cerchi di vivere come se fossi la protagonista di uno di quei film indipendenti pieni di silenzi, persone brutte e paesaggi non convenzionali che tanto dico di adorare, perché nella vita nessuno ti fa dieci minuti di applausi alla fine.

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